"Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono di quei sospiri ond’io nudriva ‘l core in sul mio primo giovenile errore quand’era in parte altr’uom da quel ch’i’ sono, del vario stile in ch’io piango e ragiono fra le vane speranze e ‘l van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, nonché perdono. Ma ben veggio or sì come al popol tutto favola fui gran tempo, onde sovente di me medesmo meco mi vergogno; e del mio vaneggiar vergogna è ‘l frutto, e ‘l pentirsi, e ‘l conoscer chiaramente che quanto piace al mondo è breve sogno." (Canzoniere I, 12-4) |
AA.VV.: L’aurORa & amoЯ (Itinerarium nell'ermetismo femminile del Petrarca) Les Editions de l’Isle, 2011, 374 pagg., (in distribuzione) - € 24,00 Il libro è un primo tentativo di studio su base tradizionale dell’opera di Petrarca, cosa che già di per sé è in qualche modo positiva e finanche sorprendente, nel panorama attuale dell’intellettualità italiana. È bene subito chiarire tuttavia che non si tratta di un tentativo del tutto riuscito, e questo per diversi motivi. Prima di tutto, un limite è costituito, paradossalmente, dallo stesso presupposto di organicità e completezza del libro: meglio sarebbe stato infatti, data la vastità dell’opera del Petrarca e il carattere di ‘non professionalità’ degli autori, concentrare l’attenzione su di uno solo dei lavori del Petrarca, così da andare veramente a fondo del lavoro interpretativo, e da evitare una certa sfumatura di superficialità e di genericità che emerge a tratti ma abbastanza insistentemente dalla lettura di Aurora et amor. Si sarebbe però ingenerosi se non si riconoscesse che in molti casi gli autori propongono intuizioni notevoli, specialmente quando si sforzano di vedere l’opera di Petrarca alla luce degli insegnamenti di Guénon, e nel parallelo con la poesia iniziatica propria dell’esoterismo islamico (il Tasawwuf). È qui però che emerge un secondo limite, quello che consiste nel fatto di essersi in linea di massima accontentati della visione che di quest’ultimo ha dato (e continua a dare) l’orientalismo: non ci si stancherà mai di dire che la griglia costituita dall’orientalismo non lascia passare che poco o nulla dell’‘influenza spirituale’ (baraka) veicolata dall’Islam in generale e dal Tasawwuf in particolare, i cui testi sono spesso falsati nelle traduzioni e comunque sistematicamente non compresi nel loro significato metafisico; ne consegue la necessità, per chi studia i testi dei Fedeli d’Amore e vuole davvero cercarne i corrispettivi in campo islamico, di andare direttamente ai testi arabi e persiani, pena il fallimento dell’intento, ciò che del resto è analogo all’esigenza di non considerare più di tanto la critica letteraria (accademica e non) italiana (e in realtà si potrebbe dire che il ‘velo’ che impedisce ai moderni di cogliere la realtà dell’Islam e delle dottrine orientali è lo stesso velo che impedisce di capire il senso dell’esoterismo cristiano dei Fedeli d’Amore). Tornando al testo che stiamo recensendo e presentando, la parte più interessante è quella proposta da Maurizio Currenti, laddove fa comprendere il legame che sussiste tra il linguaggio petrarchesco e quello ermetico (specialmente nel Canzoniere): speriamo che l’autore abbia possibilità di proseguire ed approfondire i suoi studi, andando a leggere il Canzoniere nello specchio della realtà viva del Tasawwuf, sviluppando in ciò gli interessanti spunti già presenti in questo senso.
INDICE GENERALE: Bibliografia - Introduzione - Prefazione - Francisci Petrarce in amoR - I modelli arabo persiani - Cavalleria spirituale e cavalleria amorosa - Lassù sopra 'l cerchio de la luna - L’aurORa ermetica - La fucina dell'alchimista - Le fasi dell’Opera - Squarciare il velo ch'è stato avolto intorno agli occhi nostri - Esser mi par ch’àn ivi il suo tesoro - Vergine bella, che di sol vestita - Il “pretarchismo” ovvero l'influenza dell'aretino dopo il Medioevo. |