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in generale,
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Michel Vâlsan: La dottrina degli stati molteplici dell'Essere nel Cristianesimo"La concezione degli stati molteplici, tanto nella teologia quanto in determinate scienze o speculazioni particolari attesta l'esistenza dei daimon, dei geni, dei jinn buoni o malvagi, che si situano tra l'angelo e l'uomo; parimenti, possono trovare posto qui gli esseri 'generati' tra angelo e uomo, o tra jinn e uomo. Per quanto riguarda i gradi tra l'uomo e l'animale, ci sono ugualmente degli esseri che partecipano dell'uno e dell'altro; non possiamo insistere, ma ricorderemo gli esseri mitici come i centauri, le sirene e così via, le cui 'facoltà' possono essere talvolta simili a quelle dell'uomo: Chirone fu il maestro di Achille. Si dirà naturalmente che sono 'favole degli antichi', come se non si potesse dire la stessa cosa di tutto ciò che si riferisce agli Angeli ed ai demoni. Non è a degli interpreti modernisti di san Tommaso o di Dante che si può domandare di ammetterli, ma si può far loro osservare la grottesca contraddizione nella quale incorrono quando accettano, d'altra parte, l' 'evoluzione della specie', fatto che implica da parte loro, pure se in maniera non regolare, il riconoscimento di una continuità degli stati dell'essere attraverso la continuità delle forme di specie!"

Michel Vâlsan: La dottrina degli stati molteplici dell'Essere nel Cristianesimo
Reggio Emilia 2007, Edizioni Orientamento/Al-Qibla, 115 pagg.
- € 9,60 - ISBN 9788889795040 Ordinazione Libro

Vengono qui proposte tre lettere scritte tra il 1958 e il 1959 da Michel Vâlsan ad uno studioso francese dell’opera di Dante, Philippe Guiberteau. In esse Vâlsan (che può essere considerato il più grande continuatore dell’opera di Guénon) si sforza di indicare come nelle opere di diversi autori cristiani (e in particolare di Dante, Ruysbroeck e san Tommaso) sia possibile riconoscere la presenza di un orizzonte dottrinale secondo cui all’‘Essere’ (concepito come comprensivo di manifestazione e non manifestazione) appartiene una molteplicità di stati gerarchicamente disposti e in collegamento gli uni con gli altri. L’argomento non è di poco conto in quanto non è sempre cosa facile e immediata ‘scoprire’ la presenza nel Cristianesimo di questa come di altre dottrine specificamente metafisiche e legate alla realizzazione iniziatica. Per quanto riguarda Dante, Vâlsan fa riferimento in particolare ad alcuni passi del Convivio nei quali si mostra con estrema chiarezza la ‘continuità’ degli stati dell’Essere (valga per tutti quello tratto dal tratt. terzo, VII, 6, in cui è detto che “ne l’ordine intellettuale de l’universo si sale e discende per gradi quasi continui da la infima forma a l’altissima e da l’altissima a la infima”). In questo come in altri passaggi, sostiene l’autore, si può “vedere il fondamento delle ascensioni e delle discese che interessano in maniera particolare il tema della Divina Commedia.” In linea generale comunque, a parte i riferimenti specifici, il grande interesse del presente testo sta proprio nel fatto di vedere applicata ad un ambito tradizionale particolare quella dottrina degli ‘stati molteplici’ che in tempi recenti è stata esposta in termini universali da Guénon. Questo infatti non solo può costituire un forte impulso alla ricerche relative alle dottrine metafisiche proprie del Cristianesimo ma può portare un serio contributo anche allo studio dei testi di altre forme tradizionali: si pensi ad esempio alle opere del ‘sommo Maestro’ dell’esoterismo islamico, Ibn ‘Arabî, e a come i ragionamenti qui esposti da Michel Vâlsan si possano applicare ‘per analogia’ a moltissime formulazioni di questo autore. Il testo valsaniano è preceduto da una nostra breve prefazione, e dalla traduzione dell’‘Introduzione’ che lo precedeva sulla rivista francese che lo ha edito (intitolata Science sacrée); tale ‘Introduzione’ è utile soprattutto per la contestualizzazione delle lettere di Vâlsan, e inoltre, pur escludendo il curioso paragone iniziale tra le caratteristiche del ‘genere’ epistolare e quelle della Risâla coranica (certo non molto convincente), contiene diversi passaggi senz’altro interessanti (come ad esempio le considerazioni sull’uso del termine latino mens alle pagg. 16-19).

INDICE GENERALE: Nota introduttiva - La fanciulla di nove anni - 1. Una teofania singolare - 2. Nel Tantrismo contemporaneo - 3. Nell'opera di Dante - 4. Nell'Islam - 5. Lo statuto islamico della donna - "Lo Zolfo Rosso" - Postfazione dell'editore.

 
 
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