Al-Qayrawânî, Ibn Abî Zayd: La Risâla, ovvero ‘Epistola’ sul diritto islamico malikita
Campegine (RE) 2006, Edizioni Orientamento/Al-Qibla ▪ edizione con testo arabo a fronte e copertina rigida pagg. 336, - € 21,30 - ISBN 9788889795088 ▪ edizione solo italiano copertina morbida plastificata pagg. 178, - € 11,40 - ISBN 9788889795064 Vede finalmente la luce la traduzione italiana di questo testo di base del diritto islamico interpretato secondo la scuola giuridica ‘malikita’, quella cioè che risale all’‘Imam di Medina’ Mâlik ben Anas. Composto nel decimo secolo dell’era cristiana, e inizialmente pensato per costituire il testo di riferimento per l’insegnamento ai ragazzi dei fondamenti della Legge islamica, la Risâla ha conosciuto durante i secoli una grande fortuna, dovuta oltre che al suo intrinseco valore, anche al suo carattere sintetico, che permette da una parte di spaziare come ‘a volo d’uccello’ su tutti i campi disciplinati dalla šarî‘a, a cominciare dai riti in senso stretto (29 capitoli su 54, comprendendo anche quelli dedicati alla purificazione), per poi riguardare i sacrifici, le norme alimentari, il santo combattimento, i giuramenti, il diritto matrimoniale e di famiglia, il diritto commerciale, il diritto ereditario, il diritto penale (e di procedura penale) e una serie di altri argomenti che sarebbe lungo elencare. Basata principalmente sui dati della Rivelazione coranica e sull'esempio del Profeta Mohammed, la Legge sacra dell'Islam costituisce infatti il fondamento normativo della vita rituale e sociale del credente. Si tratta quindi di un testo di grande rilievo per i Musulmani, e che tuttora viene letto e insegnato nelle moschee e nelle zawiye (sedi di confraternite sufi) di tutti i paesi in cui prevale il diritto ‘malikita’. Per il lettore italiano non musulmano, ma interessato al mondo tradizionale islamico, leggere la Risâla è uno dei pochi modi per comprendere il modo di pensare di coloro che seguono una ‘Legge sacra’. Uno strumento dunque importante, soprattutto ora che l’astio nei confronti dell’Islam praticato e vissuto pare assumere sempre più rilevanza nel panorama della sub-cultura mediatica. La traduzione italiana (effettuata direttamente dall’arabo, con l’ausilio dei numerosi commenti tradizionali al testo) è molto accurata. L’introduzione permette di inquadrare il libro tanto dal punto di vista storico quanto da quello dottrinale.
INDICE GENERALE: Introduzione, di Lodovico Zamboni - Ibn Abi Zayd Al-Qayrawanì, La Risala, ovvero Epistola sul diritto islamico malikita - Capitolo I. I doveri religiosi di carattere obbligatorio, che consistono in quanto dev'essere espresso verbalmente, e in ciò che bisogna credere intimamente - Capitolo II. Le cause che rendono obbligatoria l'abluzione minore e quella maggiore - Capitolo III. La purezza dell'acqua, degli abiti e del luogo nel quale si prega. I vestiti ammessi per compiere la preghiera - Capitolo IV. L'abluzione minore, i suoi elementi di istituzione profetica e quelli di istituzione divina. La pulizia dopo la defecazione, con l'acqua o con l'impiego di sassi - Capitolo V. L'abluzione maggiore - Capitolo VI. Cosa deve fare chi non trova acqua per le abluzioni. Descrizione dell'abluzione pulverale - Capitolo VII. Sul passare le mani sopra le calzature [durante l'abluzione] Capitolo VIII. I momenti e i nomi delle varie preghiere - Capitolo IX. L'appello a recarsi alla preghiera, e la chiamata a levarsi al suo compimento - Capitolo X. Gli atti da compiere nelle preghiere obbligatorie. Le pratiche supererogatorie e di istituzione profetica legate a tali preghiere - Capitolo XI. La conduzione della preghiera. Norme che riguardano l'Imam e chi prega dietro di lui - Capitolo XII. Disposizioni generali sulla preghiera - Capitolo XIII. La prosternazione in occasione della recitazione [di determinati passaggi] del Corano - Capitolo XIV. La preghiera del viaggiatore - Capitolo XV. La preghiera del Venerdì - Capitolo XVI. La preghiera della paura [per un pericolo imminente] - Capitolo XVII. La preghiera delle due Feste e il takbir dei giorni di Minà - Capitolo XVIII. La preghiera dell'eclissi - Capitolo XIX. La preghiera per ottenere la pioggia - Capitolo XX. Cosa si fa con chi è in punto di morte. Come si compie l'abluzione del morto, come lo si avvolge nel sudario, come lo si profuma, come lo si trasporta e come si seppellisce - Capitolo XXI. La preghiera funebre e l'invocazione per il morto - Capitolo XXII. L'invocazione per il bambino defunto, la preghiera funebre su di lui, e l'abluzione del corpo - Capitolo XXIII. Il digiuno - Capitolo XXIV. Il ritiro spirituale - Capitolo XXV. L'elargizione rituale obbligatoria (zakat) che si preleva dal denaro, dai raccolti, dal bestiame e da quanto estratto dalle miniere. Menzione dell'imposta legale [alla quale sono soggetti i non Musulmani], e di quanto si preleva dai commercianti [non Musulmani] appartenenti alle genti che vivono sotto il patto di protezione e a quelle con le quali vige lo statuto di guerra - Capitolo XXVI. La zakat sul bestiame - Capitolo XXVII. La zakat della rottura del digiuno - Capitolo XXVIII. Il Pellegrinaggio maggiore (hajj) e quello minore ('umra) - Capitolo XXIX. I sacrifici compiuti nella Festa, l'immolazione rituale, e i sacrifici effettuati in occasione della nascita di un bambino. La caccia. La circoncisione. Cibi e bevande vietati - Capitolo XXX. Il santo combattimento (gihad) - Capitolo XXXI. I giuramenti e i voti - Capitolo XXXII. Il matrimonio, il ripudio, il ripudio revocabile e le forme di divorzio dette zihar, yila, li'an e khul'. L'allattamento - Capitolo XXXIII. Il periodo di ritiro legale della donna ('idda). Il mantenimento della madre e del bambino da parte del padre (nafaqa). Il periodo di astensione dai rapporti sessuali (istibra') - Capitolo XXXIV. Le vendite, e i contratti analoghi - Capitolo XXXV. Le disposizioni testamentarie. [La liberazione dello schiavo:] l'affrancamento post-mortem, l'affrancamento contrattuale, l'affrancamento semplice. La schiava che ha partorito un figlio al suo padrone. Il rapporto di patronato - Capitolo XXXVI. Il diritto di prelazione (suf'a); la donazione; l'elargizione volontaria; la fondazione pia (hubus); il pegno (rahn); il prestito benefico ('ariya); il deposito; la cosa smarrita; l'usurpazione con uso della violenza (gasb). - Capitolo XXXVII. Le norme relative ai fatti di sangue e agli [altri reati per cui la Legge sacra prevede pene corporali, e tra queste le pene propriamente definite] hudùd - Capitolo XXXVIII. Il giudizio e la testimonianza - Capitolo XXXIX. La divisione dell'eredità - Capitolo XL. Questioni generali riferite alle opere d'obbligo divino, alle pratiche obbligatorie d'istituzione profetica, e a ciò che è raccomandato in maniera particolare. - Capitolo XLI. La natura originaria. La circoncisione, il rasarsi i capelli' e i peli, il vestirsi e il coprire le parti intime, ed altre cose connesse a queste - Capitolo XLII. Mangiare e bere - Capitolo XLIII. Il saluto di pace. Il chieder permesso. La conversazione confidenziale. La recitazione del Corano, l'invocazione di Dio. e il suo Ricordo (dhikr). Le parole che si pronunciano in viaggio - Capitolo XLIV. Il trattamento medico. Lo scongiuro rituale, il cattivo presagio, l'astrologia. La castrazione. La marchiatura. I cani. L'indulgenza nei confronti degli schiavi - Capitolo XL V. I sogni. Lo sbadiglio e lo starnuto. Il gioco detto nard ed altri giochi analoghi. Le corse dei cavalli, le gare di tiro e simili - Conclusione |