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Edizioni Orientamento-Al Qibla per la conoscenza dell’Islam e del Sufismo-Tasawwuf, e della Tradizione Sacra

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 Edizioni Orientamento-Al Qibla
 per la conoscenza dell’Islam e del Tasawwuf, e della Tradizione Sacra
in generale,
letta alla luce della Grazia muhammadiana

 

‘Abdu r-Razzâq Yahyâ (C.A. Gilis): Il Maestro dell’Oro

L’ermetismo appare così come ‘occidentale’ sia per la sua origine che per la localizzazione degli imperi segnati dalla sua influenza. Tra questi, uno dei più notevoli è sicuramente l’impero alessandrino, il quale, pur essendo puramente occidentale al suo inizio, appare in seguito, nel suo esito storico, come un tramite tra l’Oriente e l’Occidente, ciò che ne fa una prefigurazione dell’Islâm.
Ciò permette di comprendere, almeno da un certo punto di vista, l’importanza concessa nel Corano alla figura di Dhû-l-Qarnayn. La posizione ‘relativamente centrale’ dell’Egitto è messa in luce dall’esistenza di due correnti tradizionali complementari ispirate dall’ermetismo, e dirette l’una, che darà la nascita all’Impero di  Roma, verso il Nord, e l’altra, che in un’epoca molto più antica condurrà alla fondazione del Wagadu, verso il Sud.

Abdu r-Razzâq Yahyâ (Charles-André Gilis): ‘Abdu r-Razzâq Yahyâ (C.A. Gilis): Il Maestro dell’Oro
Campegine (RE) 2025, Edizioni Orientamento/Al-Qibla, 162 pagg.,17,70 - ISBN 9788889795200 Ordinazione Libro

Il Maestro dell’Oro (Kaya-Magha) è il titolo emblematico portato dal capo di un impero sacro, fondato e diretto nel corso dei secoli da un popolo di razza nera, i Soninké. Da ogni punto di vista il Wagadu, che tale è il vero nome tradizionale di ciò che è generalmente conosciuto come ‘Impero del Ghana’, desta stupore: per la sua dimensione, perché si estendeva dall’ansa del Niger fino all’Atlantico, includendo gran parte del Sahara e dell’Africa occidentale; per la sua durata, che le fonti orali valutano in circa cinque millenni, essendo terminato nel XIII° secolo circa dell’era cristiana; per l’incredibile ignoranza dell’africanismo universitario a suo riguardo, perché l’unica opera, estremamente sommaria, apparsa fino ad ora è datata 1992; infine, ed è evidentemente ciò che  solo ci importa, per l’interesse eccezionale che presenta dal punto di vista della Scienza tradizionale. Cercare di comprendere la tradizione dei popoli neri senza riferimenti all’Impero del Wagadu è altrettanto vano che voler studiare la tradizione estremo-orientale prescindendo dall’Impero della Cina; e forse lo è in modo ancor maggiore, perché l’idea di un impero sacro sembra essere consustanziale, dall’origine dei tempi, a ciò che si potrebbe chiamare, riferendosi ad una formula di Sant’Yves d’Alveydre, la ‘missione dei neri’.

L’appellativo di ‘Maestro dell’Oro’ presenta anzitutto un significato alchemico che permette di definire e di situare la corrente tradizionale dalla quale procede. Infatti il termine alchimia deriva dall’arabo al-kimyâ del quale René Guénon diceva: “Questa parola è araba nella sua forma ma non nella sua radice. Essa deriva verosimilmente dal nome di Kêmi, o ‘terra nera’, dato all’antico Egitto, ciò che indica ulteriormente l’origine di ciò di cui si tratta.” Egli peraltro precisava nello stesso testo: “L’alchimia, che si potrebbe definire per così dire come la ‘tecnica’ dell’ermetismo, è realmente ‘un’arte regale’.”

Questo riferimento all’Egitto è affermato unanimemente dalle tradizioni orali relative al Wagadu. Gli stessi Soninké si dicono ‘originari di Sonna’, località che non è altro che Assuan, in prossimità della prima cataratta. Questa città dell’alto Egitto è il luogo di nascita di Dinga, il guerriero fondatore dell’Impero. Del resto, l’insieme dei dati simbolici che si possono trovare ancora oggi in Africa occidentale hanno un’origine ‘ermetica’ indiscutibile. Si è portati così ad interrogarsi sul significato di queste sopravvivenze, ciò che obbliga a puntualizzare, anche solo sommariamente, delle questioni preliminari che non hanno attirato fino ad ora tutta l’attenzione che meritano dal punto di vista delle dottrine tradizionali.

Indice generale: I - Significato polare dell’Ermetismo. II - Il Sole di Giustizia. III - La funzione di Michel Vâlsan. IV - Dell’Impero universale. V - La razza nera. VI - Il Wagadu. VII - Le gru coronate. VIII - I Misteri cabirici. Indice tematico. Indice dei versetti coranici.

Abdu r-Razzâq Yahyâ (Charles-André Gilis) Qâf e i misteri del Glorioso Corano

(...) Per aver ignorato la funzione di Gesù, esso divenne ignorante del proprio destino, e non comprese la causa della propria decadenza: fu condannato e disperso, e cessò di essere un popolo eletto per diventare un popolo esiliato...
... I testi sacri che prevedevano il ritorno degli esuli all’epoca dei tempi messianici erano, secondo i rabbini, del tutto espliciti: questo ritorno in Terra Santa avrebbe avuto luogo quando Dio avrebbe deciso, e non quando gli ebrei avrebbero voluto mettere fine all’Esilio. I testi, letti dai saggi, vietavano agli ebrei di rivoltarsi e di rompere il giogo delle nazioni, anche quando le loro sofferenze erano atroci. Ciò spiega l’intransigenza assoluta dei rabbini dell’Europa dell’Est e dell’Europa centrale nei confronti del sionismo. (...)

Abdu r-Razzâq Yahyâ (Charles-André Gilis): La profanazione di Israele secondo il Diritto sacro
Campegine (RE) 2025, Edizioni Orientamento/Al-Qibla, 70 pagg.,14,50 - ISBN 9788889795224 Ordinazione Libro

     
     (...) Il movimento sionista, quali che siano le sue modalità, le sue tendenze e le sue contraddizioni, appare fondamentalmente come un tentativo di mettere fine a questo divieto. Che si presenti sotto una apparenza laica e profana o sotto una forma religiosa e messianica, il punto essenziale è che esso è antitradizionale per la sua stessa natura. Dal punto di vista della religione esso non rappresenta il Giudaismo, ma la sua contraffazione. La verità è che questo movimento e lo Stato che ne è derivato sono dei puri prodotti dell’aggressività sovversiva del mondo moderno, che è suo alleato e suo complice. La contraddizione apparente tra la tendenza ‘laica’ e la tendenza ‘religiosa’ si spiega in realtà per mezzo della distinzione stabilita da René Guénon tra la nozione di ‘antitradizione’ e quella di ‘contro-tradizione’. Dopo aver indicato che la prima deve essere “intesa come una negazione pura e semplice”, egli precisa: “V’è qui una distinzione simile a quella che abbiamo fatto precedentemente tra deviazione e sovversione, e che corrisponde ancora alle due stesse fasi dell’azione antitradizionale considerata nel suo insieme: l’‘antitradizione’ ha avuto la sua espressione più completa nel materialismo che potremmo dire ‘integrale’, quale regnava verso la fine del secolo scorso; quanto alla ‘contro-tradizione’, noi ne vediamo ancora solo i segni precursori, costituiti precisamente da tutte quelle cose che mirano a contraffare in un modo o nell’altro l’idea tradizionale stessa.” Il sionismo laico e nazionalista nato ‘alla fine del secolo scorso’ corrisponde effettivamente alla prima fase descritta da René Guénon, mentre il sionismo messianico rappresenta una vera e propria contraffazione, che deriva da questa ‘contro-tradizione’ della quale ‘vediamo ancora solo i segni precursori.’ (dal capitolo "Il Giudaismo contraffatto")

Indice generale - I - Il Diritto sacro. La Legge universale. Il privilegio islamico. La dottrina dell’abrogazione. II - Lo statuto del popolo ebraico. Elezione e decadenza. Uno statuto di misericordia. Il destino di Roma. Il ritorno ad Abramo. III - Il senso del sionismo. Una dottrina ambigua. Il Giudaismo contraffatto. La profanazione d’Israele. Un tempio sacrilego. Osservazioni finali. Indice dei versetti coranici. Indice generale.

‘Abdu r-Razzâq Yahyâ (Charles-André Gilis): Metafisica della zakât

«Preleva delle loro ricchezze un’elemosina (sadaqa),
per mezzo della quale li monderai
e li purificherai, e compi la preghiera su di loro,
perché le tue preghiere sono per loro un riposo.
E Allah è Udente e Sapiente» (IX, 103).
E per un’anima e Ciò che l’ha formata armoniosamente,
e le ha ispirato la sua iniquità e il suo pio timore.
Chi la purificherà (zakkâ-hâ) conoscerà il successo,
e chi cercherà di mantenerla per sé sarà deluso» (XCI, 7-10)

Abdu r-Razzâq Yahyâ (Charles-André Gilis): Metafisica della zakât
Campegine (RE) Giugno 2014, Edizioni Orientamento/Al-Qibla, 169 pagg.,
- € 16,50 - ISBN 9788889795163 Ordinazione Libro

La zakât è l’‘elemosina rituale’ e fa parte dei ‘pilastri’ dell’Islam; il termine deriva da una radice araba avente il senso di ‘purificazione’. Sulla base dell’opera di Ibn Arabî (ma anche di quella di René Guénon e di Michel Vâlsan, nell’Islam Sheykh Abd al-Wâhid Yahyâ e Sheykh Mustafâ Abd Al-Azîz), Gilis la considera principalmente come il ‘diritto di Allah’ che deve essere riconosciuto tanto sulle ricchezze quanto sull’anima stessa dell’uomo, e va alla ricerca delle implicazioni di ordine ‘metafisico’ che se ne possono legittimamente dedurre. “La zakât iniziatica,” dice Gilis, “appare essenzialmente come una purificazione rispetto a tutto ciò che è ‘illusione’, il che è come dire che la dottrina che vi si riferisce è una dottrina della realizzazione attraverso la Conoscenza.”

INDICE GENERALE: 1. Introduzione generale - 2. I gradi della zakât - 3. La poesia introduttiva - 4. Gli otto tipi di doni - 5. La zakât legale: Le condizioni essenziali ; Coloro che devono la zakât ; I beneficiari; I beni imponibili - 6. La zakât spirituale - 7. La zakât iniziatica - 8. Zakât diverse - 9. La zakât universale - 10. Il diritto di Allâh - 11. La fine dell’immunità - Indice tematico. Indice dei versetti del Corano. Indice generale.

‘Abd r-Razzâq Yahyâ (Charles-André Gilis): Introduzione all’insegnamento ed al mistero di René GuénonPer il fatto stesso che l’insegnamento di Guénon procede non da una certa ‘Via’ o da una certa forma tradizionale, ma dal loro Centro comune, l’entrata in una organizzazione determinata comporterà necessariamente per l’aspirante un certo ‘sacrificio’, che sarà come il fermento spirituale del suo ricollegamento. D’altronde non si tratta qui soltanto dell’abbandono di un approccio puramente teorico alla Verità, bensì di una vera sacralizzazione di questo stesso insegnamento, nonché della sua integrazione nella vita rituale e nelle formulazioni provvidenzialmente rivelate. Esso manifesterà allora delle possibilità di applicazione e di rivivificazione tradizionale insospettate da coloro che non sono andati al di là di una semplice assimilazione mentale dell’opera guénoniana.

Abdu r-Razzâq Yahyâ (Charles-André Gilis): Introduzione all’insegnamento ed al mistero di René Guénon
Campegine (RE) 2013, Edizioni ‘Orientamento/Al-Qibla’, 179 pagg.,
- € 16,50 - ISBN 9788889795118 Ordinazione Libro

Introduzione dell'Editore
        Il presente testo è costituito da uno studio di Gilis risalente al 1986, e quindi pubblicato in seconda edizione nel 2001 con qualche ritocco e assieme ad una nuova prefazione, e a due ‘allegati’: una recensione critica di Élie Lemoine e la rispettiva replica di Gilis. Si tratta a nostro avviso di un libro di estrema importanza, perché ripercorre l’intera ‘carriera tradizionale’ di René Guénon, proclamando con nettezza il carattere fondamentale ed ineludibile proprio degli studi guénoniani per la comprensione profonda delle Tradizioni divine e della natura della mentalità attualmente dominante, nonché l’ispirazione ‘profetica’ (nel senso di quella che nell’Islam è chiamata ‘profezia generale’) che ad essi presiede, ed esponendo chiaramente la finalità della sua opera.


 

INDICE GENERALE: Prefazione dell’autore alla seconda edizione francese - Capitolo I - L’insegnamento e la funzione - Capitolo II - La questione del Re del Mondo - Capitolo III - Un’ispirazione profetica - Capitolo IV - L’iniziazione e l’investitura - Capitolo V - Unità e diversità dell’insegnamento - Capitolo VI - Sull’Ordine del Tempio - Capitolo VII - Il passaggio all’Islam - Capitolo VIII - L’enigma delle ‘condizioni dell’esistenza corporea’ - Capitolo IX - Discepoli e critici - Capitolo X - A proposito dell’Incarnazione - Capitolo XI - Le origini della religione cristiana - Capitolo XII - Osservazioni finali - Allegati - A proposito di un libro recente - Risposta ad Élie Lemoine.

‘Abd r-Razzâq Yahyâ (Charles-André Gilis): La fanciulla di nove anniNei lignaggi più puri ed elevati del Tantrismo la fanciulla di nove anni è la teofania essenziale, l’identità segreta della Grande Dea e non è conosciuta esteriormente che per il suo attributo di Lalitâ, ‘Quella che gioca’. Essa manifesta l’autorità suprema assolutamente incondizionata dell’Essenza divina; fa sovranamente quello che vuole senza alcun arbitrio in un modo che sfugge ad ogni conoscenza esteriore. Pur comprendendo ogni cosa, essa resta incomprensibile. Non è ‘costretta’ dalla propria scienza perché è lei che determina ciò che può essere saputo e conosciuto. Iniziaticamente essa è il Maestro per eccellenza, del quale conviene ricercare la soddisfazione senza perseguire alcuna idea di retribuzione o di ricompensa. L’insieme degli esseri è sotto la sua dipendenza, di modo che essa non deve niente a nessuno. La via per pervenire a lei è quella della servitù perfetta. Essa può manifestarsi in modo sensibile, con un corpo vero, puro e ‘luminoso’, a colui che ha raggiunto l'effettiva Conoscenza suprema, quella dello shrî-vidyâ.

Abdu r-Razzâq Yahyâ (Charles-André Gilis): La fanciulla di nove anni
(comprensivo di uno studio del medesimo autore sullo Zolfo Rosso e di una Postfazione dell’editore italiano)

Campegine (RE) Gennaio 2012, Edizioni Orientamento/Al-Qibla, 127 pagg.,
- € 13,20 - ISBN 9788889795149 Ordinazione Libro

Lo studio di Gilis sulla Fanciulla di nove anni prende spunto da un’intuizione di Michel Vâlsan (nell’Islam Mustafâ Abdu l-Azîz), che comprese la strettissima analogia esistente tra due visioni: da una parte quella riportata nelle prime pagine della Vita nova, in cui Dante vede apparire nella propria camera “uno segnore di pauroso aspetto” che afferma di esserne il dominus, e che tiene in braccio Beatrice, nella figura di una “persona” che dormiva “nuda” e avvolta “in uno drappo sanguigno leggermente”; dall’altra quella riportata nel Sahîh di Al-Bukhârî in cui l’Angelo mostra al Profeta Muhammad (su di lui la preghiera e la pace divine) la giovanissima Aysha avvolta “in un drappo di seta (fî saraqatin min harîr)”, e gli dice: “Questa è tua moglie: scoprila.”

INDICE GENERALE: Nota introduttiva - La fanciulla di nove anni - 1. Una teofania singolare - 2. Nel Tantrismo contemporaneo - 3. Nell'opera di Dante - 4. Nell'Islam - 5. Lo statuto islamico della donna - "Lo Zolfo Rosso" - Postfazione dell'editore.

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